NATO: da errori passati professionalità futura

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di Guido Di Stefano

    Il sindaco di Randazzo, prof. Michele Mangione, nel dare il benvenuto ai membri (tutti in abiti borghesi) della delegazione NATO (il 10.09.2015) ha voluto rivisitare le vicende belliche del 1943 in Sicilia e si è soffermato sui pesanti bombardamenti  che il paese ha patito dal 13 luglio al 13 agosto 1943.

    Il paese, fino a quel momento, una città medievale perfettamente conservata ne uscì devastata (distrutta all’ 80%) e segnata anche per il futuro. Ne ha ricevuto in cambio la medaglia d’argento al valore civile, conferita da presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in data 25 gennaio 2005 e cioè mentre “correva” il 62° anno dai bombardamenti.

    Qui non parleremo dei “famosi” danni bellici per mancanza di dati certi.

    Vogliamo sinteticamente ricordare quanto raccontato da chi ne ha vissuto e subìto gli effetti delle bombe. Dicevano sempre: fu un mese di terrore, distruzione e morte; le “incursioni” (così definirono i bombardamenti a tappeto) si succedevano martellanti e implacabili (si superò anche il numero di venti in un giorno); le macerie cadevano sulle macerie; sembrava l’Apocalisse; anche alcune chiese ci rimisero “pareti e/o copertura”; e meno male che parecchie bombe di appena 500 Kg non deflagrarono!

     Dicevano, e dicono ancora, i “vecchi” che il contingente non era poi così trascendentale da giustificare quelle migliaia di tonnellate di bombe; a meno che qualche “informatore” locale aveva convinto gli “alleati” che l’equivalente di qualche divisione tedesca  albergava a Randazzo. Sarebbe interessante potere accedere ai segreti di Stato e di “intelligence” (inglesi e/o americani) relativi al 1943, a meno che non siano misteriosamente andati distrutti in qualche incendio quelli relativi alla “roccaforte” di Randazzo. Temporalmente e quantitativamente fu una grande operazione la “battaglia”  di Randazzo; ma consentiteci di metterne in dubbio la necessità di tanta “grandiosità” e il reale valore militare anche solo tatticamente parlando.

    Comunque il generale Tim Evans ha educatamente ricambiato al benvenuto del sindaco con le poche parole che trascriviamo, secondo la traduzione dell’interprete e la registrazione gentilmente concessa dall’emittente “ TGR Randazzo”.

     Così ha detto, e non detto, il capo delegazione (e capo del Corpo di reazione rapida della NATO, con “regolamentari” scarponi ai piedi).

      “Egregio signor Sindaco e popolazione di Randazzo, grazie ancora per la vostra alta ospitalità e il vostro benvenuto.

    Abbiamo appena sentito come la popolazione di Randazzo, la città di Randazzo ha  sofferto distruzione e vittime dal 13 luglio al 13 agosto 1943.

   E quindi è un onore per noi essere qui  (e) dare valore e riconoscenza al sacrificio che è stato fatto.

   E oggi, 72 anni dopo, la memoria è ancora viva.

   Sicuramente ha lasciato un effetto duraturo in voi e nella vostra città.

   E lo scopo della nostra visita qui è stato quello di studiare le battaglie che sono state condotte in questa splendida isola,  al fine di discutere quelle che sono le lezioni apprese, che possono essere utili anche nelle operazioni odierne:

in particolare come i militari, le operazioni militari entrano in contatto con la popolazione civile e l’organizzazione civile.

   E, come voi sapete, la situazione di oggi  richiede la presenza di sicurezza e la (presenza) militare (per le) minacce dalla Russia e dalla Libia e dallo Stato Islamico e l’instabilità del Medio Oriente.

   E il Corpo di reazione rapida della Nato è un comando multinazionale composto da 18 nazionalità diverse.

   Noi ci addestriamo, siamo pronti per essere impiegati.

   E questo è il motivo per cui  (siamo) qui in Sicilia: imparare dal passato per essere più professionali nel futuro.

   Noi abbiamo avuto una grandissima ospitalità, anche un po’ troppo, (più) di quella aspettata.

   Quindi grazie ancora per averci dato l’occasione di essere con voi qui oggi.

   Siamo particolarmente onorati di essere qui in questa ricorrenza del 10° anniversario con cui è stato riconosciuto tale prestigioso riconoscimento.

   Grazie.”

   Il discorso del generale Evans contiene spunti tali da generare molte inquietudini: la Sicilia è al centro di questa  attuale (non dichiarata apertamente) guerra mondiale e “soffre”  l’esposizione della prima linea; chiunque può colpirla a sorpresa; le forze militari presenti in Sicilia  (possenti per cielo e per mare ma non sul suolo) non sono in grado di garantire la difesa “territoriale” dell’isola; quindi all’occorrenza si attiverà la forza NATO di intervento rapido, che nella sua molteplicità di “scuole” di guerra può competere con qualsiasi nemico; noi (NATO) ci addestriamo, siamo pronti e anche impariamo dal passato.

   Forse dalla battaglia di Randazzo hanno da imparare molto di più, perché per la sua posizione si presta benissimo come perno di manovre difensive e offensive contro i nemici indicati ed eventuali altri da identificare, interni od esterni che siano: ha le “doti” naturali per essere una temibile roccaforte, come nei gloriosi e remoti tempi andati.

Comunque dopo i discorsi e lo scambio di doni i rappresentanti NATO si sono appartati per  “una tavola rotonda” esclusiva. Noi ipotizziamo che sia stato fatto il punto dei sopralluoghi della giornata e siano state impartite istruzioni (a cascata) per ulteriori sopralluoghi e registrazioni (fotografiche e varie) nei giorni a seguire. Ci è sembrato di imbatterci in strani turisti, dal dì successivo a tutt’oggi.  E questo ci inquieta pure.

   Quando, come, perché? Le risposte sono indefinite!  Succederà veramente? Dipende da alcuni “geni” che governano o (semplicemente) comandano nel mondo, più che dai militari!

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